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Emergenza Carceraria: Tra Suicidi, Rivolte e Ipocrisia Politica

Carceri. La cronaca non fa più notizia, aggiorna semplicemente il conto dei suicidi, degli atti di autolesionismo, delle rivolte. Il circuito penitenziario scoppia nei punti dei suoi mali storici, peccato che si parli di vite vere e, anche, di riflesso, di credibilità dello Stato. Questo governo ci ha messo tutto il suo: non c’è provvedimento che non abbia esteso il potenziale ricorso alla misura detentiva. Minorenni o maggiorenni che si sia. Con le eccezioni note che riguardano però solo le illegalità del potere pubblico, gli abusi.

Il ministro Nordio che ho avuto di recente a Milano la ventura di ascoltare sulla giustizia minorile, con contorno di corifei di Regione Lombardia e associazioni consortili, è il campione del garantismo ai tempi di Torquemada. Buone intenzioni e principi generali anche condivisibili e al tempo stesso manifestazione di ipocrisia molto voluminosa. Ma lo slalom è pressoché impossibile con quegli elefanti nella stanza.
I numeri parlano ma al tempo stesso da soli non bastano. Non producono provvedimenti utili né sufficienti scatti di società.

Le strade da percorrere erano, sono e temo rimarranno potenzialmente due. Le solite.
Una di carattere clemenziale, amnistia e/o indulto. Misure tampone che però da vent’anni non si praticano, vista la maggioranza necessaria e l’essere l’Inquisitore ben rappresentato anche all’opposizione.
L’altra, strutturale, nel perimetro della 309/90, il testo unico degli stupefacenti. Può prendere diverse forme ma avrebbe vantaggi plurimi ed efficacia garantiti.

Strada oggi preclusa in un Paese dove si tabella anche il fieno e l’erba di campo.
Ma se si vogliono cambiare le cose in quest’ultima mi pare la direzione da costruire. Diamoci da fare.

Daniele Farina
Responsabile Diritti e Libertà
Segreteria Regionale Sinistra Italiana Lombardia