21 MARZO: “Giorno della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”
FARINA (SINISTRA ITALIANA): «Per battere la mafia servono norme capaci di colpire il mercato illecito degli stupefacenti. Solo la graduale legalizzazione può restringere il commercio dei grandi trafficanti».
LOSCO (SINISTRA ITALIANA): «Servono azioni nel campo della formazione, pratiche di accoglienza, leggi per la trasparenza negli appalti, contrattazione del lavoro dignitosa, lotta all’evasione fiscale, fondi per il welfare. Iniziative che non sono di questo governo».
In Lombardia la lotta alle mafie assume un significato profondo: se solo pensiamo ai 3.163 beni confiscati e alle aziende agricole e soprattutto alle imprese edili confiscate. Da questi pochi elementi possiamo comprendere che non solo le mafie al Nord esistono – al contrario di quanto le destre vanno sostenendo da anni – ma anche di quanto siano radicate nel tessuto sociale ed economico nella regione più produttiva del Paese.
Molti di questi beni confiscati, grazie all’impegno quotidiano di associazioni che, con progetti di integrazione e inclusione sociale, sono restituiti alla collettività, contribuendo a promuovere i valori della legalità. Tuttavia, il governo Meloni non perde occasione di dimostrare distanza da queste realtà: ancora fresco è infatti il taglio di oltre 300 milioni di fondi destinati proprio ai beni confiscati.
Già negli ultimi decenni, con i lavori di realizzazione delle grandi infrastrutture lombarde, abbiamo assistito a numerosi casi di infiltrazioni, mentre le mafie si sono arricchite anche con il Covid e ora rischiano di fare la stessa sorte alcune delle opere finanziate con i fondi del PNRR.
Comunque sia, si tratta di un fenomeno dai numeri imponenti, resi possibili dal radicale cambiamento avvenuto nelle organizzazioni criminali negli ultimi decenni.
Il controllo del traffico internazionale degli stupefacenti costituisce un gigantesco flusso di risorse disponibili all’investimento anche finanziario.
Fino ad oggi le strategie a contrasto non lo hanno significativamente inciso. L’attuale legislazione colpisce infatti esclusivamente a valle, laddove enormi capitali si sono già formati e resi liquidi, trasparenti, in ogni settore dell’economia e della finanza.
«Occorrono modifiche normative volte a colpire anche a monte – afferma Daniele Farina, responsabile Diritti e Libertà di Sinistra Italiana Lombardia – limitando la criminale formazione degli stock di ricchezza. La principale leva di intervento sta nel Dpr 309/90, che regola il mercato illecito degli stupefacenti. Solo processi di graduale legalizzazione possono infatti restringere il mare in cui nuotano e prosperano i padroni delle rotte internazionali e del mercato interno. Ma anche il governo Meloni, anzi questo più degli altri, non ha alcuna intenzione di intervenire».
Dal 1996 il 21 marzo è il “Giorno della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”: una ricorrenza che dovrebbe impegnarci tutti per praticare la legalità e la lotta alla criminalità organizzata ogni giorno dell’anno, con pratiche individuali e collettive.
«A partire dagli enti locali e dalle istituzioni – conclude Paolo Losco, responsabile Comunicazione e Organizzazione di Sinistra Italiana Lombardia – formazione e informazione sono azioni indispensabili, così come anche pratiche di accoglienza, leggi per una maggiore trasparenza negli appalti, contrattazione che dia dignità al lavoro, lotta all’evasione fiscale e fondi per il welfare. Queste sono le azioni pratiche per dare valore alla memoria delle 1.081 vittime innocenti di mafia, molte delle quali restano ancora oggi senza giustizia».